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                                                                                 Applicazione grafica complessa

                                                                                                   Passanti

                                                                                                    L'esodo

                                                                                             Balletto nel traffico

La scelta di pubblicare queste immagini potrebbe essere discutibile, può non incontrare il gradimento,ma la fotografia può essere utilizzata per diffondere impressioni. La mancanza di forme definite dovrebbe stimolare il "lettore" a interpretare i colori e le forme sfumate, in modo personale 

Questa foto ha la finalità di isolare alcuni particolari. La peluria presente in determinati punti, la colorazione vivace ricca di sfumature. Un particolare non trascurabile osservando in natura la libellula immortalata nell'immagine, è caratterizzato dall'abitudine ad appoggiarsi sempre allo stesso orario, sempre sullo stesso rametto (posatoio).

Ho avuto modo d'osservare di cosa si nutrono le libellule di queste dimensioni, la lunghezza del corpicino (dalla testa alla coda) è pari al palmo di mano di una persona adulta, la dieta è caratterizzata da zanzare, piccole mosche e farfalle, ho notato che frequentemente variano le abitudini consumando piccole bacche, chicchi di mora, fragole selvatiche e lamponi. Le libellule rosse rimangono più piccole rispetto alla specie gialla, la specie azzurra ha comunque le dimensioni maggiori (proporzionalmente paragonabili ad un passeriforme).  

Totalmente differente è il risultato dall'utilizzo delle funzioni automatiche al totale controllo manuale delle funzioni della macchina.

Questo ingrandimento dovrebbe evidenziare le differenze sostanziali.

Frequentemente accade che si faccia ricorso ai programmi automatici che la macchina fotografica offre, le funzioni automatiche "sport e macro" sono le scelte obbligate spesso dettate dai timori di perdere un attimo o un'immagine particolarmente suggestiva.

Uno tra i difetti più evidenti delle funzioni automatiche è determinato dall'apertura eccessiva del diaframma, tale tipologia di impostazione dei programmi diminuisce eccessivamente la profondità di campo e provoca una perdita di particolari importanti, la scena perde sensibilmente attrattiva quasi "decontestualizzando" il soggetto principale.

E' preferibile scegliere il sistema completamente manuale lasciando attiva la correzione automatica della messa a fuoco. Scegliere una bella giornata tersa e le ore centrali della giornata che garantiscono la massima potenza dell'illuminazione solare, predisporre la massima chiusura del diaframma e selezionare il minor tempo di esposizione possibile, ciò rende obbligatorio l'uso del flash o dei lampeggiatori e la garanzia di risultati eccelsi è offerta dall'uso metodico del cavalletto (il tripode ha importanti funzioni propedeutico - educative, aiuta a perfezionare il gusto nella scelta delle inquadrature anche dal punto di vista cinematografico).

Tarare il sensore col bilanciamento del punto bianco usando una superficie bianca o grigia, è di primaria importanza, l'immagine catturata avrà caratteristiche verosimiglianti con ciò che gli occhi sono abituati a vedere quotidianamente, il cervello compie il bilanciamento delle immagini in tempo reale, le variazioni luminose (a passeggio potrebbero variare dai raggi solari agli svariati filtri imposti dal passaggio delle nubi, l'incandescenza di un sottoscala e le luci miste spesso colorate di un negozio; la macchina fotografica ha un programma automatico che potrebbe compiere errori, l'importanza della luce (nelle singole tipologie e nella potenza illuminante), ha assunto connotazioni primarie con l'avvento e la progressiva affermazione della tecnologia digitale.

Nell'immagine di questa multipla si può percepire quando la cromia generale è "corretta", anzi, quando la cromia degli oggetti è realistica, riconoscibile con l'abitudine percettiva che il cervello elebora in una specifica condizione luminosa.

Non è facile individuare con i programmi di foto elaborazione il giusto bilanciamento, normalmente i software tendono a neutralizzare le prevalenze per equilibrare l'immagine, spesso ne risulta una foto "asettica" priva di personalità, un risultato tecnicamente buono ma platealmente standardizzato, ripeto che prima dello scatto è importantissimo tarare il punto bianco per non perdere quel particolare carattere che determina l'impronta della macchina e dello stesso autore.

Un esempio:

Dragonfly

Mallow

Donald

Tra le tre immagini precedenti c'è l'intruso, è il mio paperotto Donald, se avessi chiuso il diaframma avrei "perso" l'indefinizione dei riflessi nell'acqua delle cannelle perdendo l'effetto astratto, a differenza della concretezza propinata della profondità di campo delle due immagini precedenti.

Ho esposto un punto di vista, mi auguro che possa esser costruttivo, non dico che sia la miglior tecnica, è solo una delle tante tecniche fotografiche.

La creatività è la capacità di esprimere la fantasia, estrae un'immagine dal caos di un indefinito insieme di colori o dalla neutralità "asettica" della loro assoluta assenza. La luce scolpisce, sbozza e rifinisce l'immagine proprio come una scultura, pian piano "esce" una sagoma dal "blocco di Nulla"  sul quale lavora.

Paragoniamo un blocco di marmo tagliato ad un blocco di "Nulla" appena percepito (intuito), il blocco di marmo è un caos di insiemi, il blocco di "Nulla" è un insieme di assenza, in entrambi i casi il blocco nella sua interezza è fine a se stesso, può racchiudere o celare un'opera, ma può assumere molte altre forme o rimanere com'è, invariato, "anonimo" e inosservato. Qualcosa all'interno degli insiemi attende di "uscire" per mezzo della creazione, l'immaginazione e l'azione sono gli strumenti che plasmeranno qualcosa; vinta "l'indifferenza" e le limitazioni dettate dall'abitudine, dall'assopimento alla scontatezza e dall'assuefazione "ad un'idea fissa", qualunque opera può liberarsi sfruttando la semplicità dei mezzi più elementari, è originale anche l'estrema semplicità delle idee nell'essenzialità delle associazioni che la compongono. L'insegnamento di Michelangelo riecheggia attuale a distanza di secoli.......

 Una fonte luminosa, uno specchio e un riflesso ("inusuale" originalità essenziale).

Quando osserviamo una scultura marmorea, la vediamo prevalentemente in bicromia, escludendo ovviamente il colore della luce, i riflessi delle superfici circostanti e il "calore dei colori" immesso nell'ambiente dal vestiario variopinto dei visitatori, considerando il "disturbo" di proiezione d'ombra causato dall'angolo di incidenza delle fonti luminose e dalla loro intensità (le ombre rendono comunque percepibile la tridimensionalità). 

Andrea Lazzoni da Carrara 1732

Particolare dell'altare di Andrea Lazzoni da Carrara

(in questo caso il bilanciamento del bianco sopprime il disturbo rosato ma accentua la percezione delle ombre...)

Questo antefatto ha avuto lo scopo di introdurre la mia successiva opinione sull'uso della monocromia.

Per semplificare l'argomento, sull'utilizzazione limitata dei colori per valorizzare alcuni particolari.

Il colore ha la prerogativa di arricchire di particolari un'immagine, il colore ha però il potere di "distrarre" l'osservatore "inondando" la retina con un numero di informazioni maggiore, ciò nasconde i significati essenziali, smorza i difetti dell'oggetto, del soggetto, d'inquadratura e i graffi o la polvere sulle lenti.

  L'impagliatore (2004)

L'opera d'arte di qualunque tipo sia non ha valore assoluto, il gusto, la motivazione e qualsiasi altro elemento intimo della persona che realizzi un'opera, la rendono unica (non certamente sempre piacevole) e questa è una certezza; non ha importanza la cultura di un individuo, l'indice di gradimento, è indicato da canoni estetici che rendono bella e gradevole qualunque forma simile ai caratteri fisici e somatici di chi stia osservando, ciò esclude quasi completamente ogni tipologia educativa.

 Ho l'abitudine di scattare foto lievemente sottoesposte, è una scelta personale, perché mi sembra che le immagini risultino lievemente "polarizzate", oltre a ridurre il rischio di catastrofiche "bruciature" del punto bianco non graduato, purtroppo tali danni non sono rimediabili e si perdono in modo permanente importanti porzioni d'immagine. "Bruciare" una foto deve essere una scelta, che può servire a nascondere macchie e brufoli, può essere un'interpretazione artistica, ma non dev'essere l'obbligo imposto dall'errore.

La scelta del soggetto fotografico è estremamente importante, alcune foto a colori potrebbero mutare radicalmente con l'applicazione del bianco e nero.

Il bianco e nero offre l'opportunità d'incentrare l'attenzione sui significati essenziali, probabilmente, ove presenti, potrebbe accentuare i difetti mediamente nascosti dal colore. La monocromia se applicata in modo idoneo e nei fotogrammi adeguati, eleva il significato della foto fino all'essenza, conferendo all'immagine valori "globali" (idealmente "universali") facilmente riconoscibili da ogni persona. Distacca la fotografia da ogni legame affettivo (foto ricordo) o documentaristico e cronistico - storico (foto cronaca), in maniera da sintetizzare l'umana bellezza, la gioia e la tristezza, la forza e la debolezza, la drammaticità e la violenza. In questa sintesi ogni individuo riconosce una sfaccettatura del proprio carattere o della propria esperienza di vita, questo significato univoco di un'immagine induce sensazioni che l'interpretazione personale associa all'individualità dell'intera esistenza.

 Lavatoio

Angelo